Si uccide in cella nel giorno del suo 20esimo compleanno: era dentro da due giorni

Patrick Guarnieri aveva violato l’obbligo di dimora a Giulianova. Prima di arrivare a Castrogno era finito al pronto soccorso, dove la madre (anche lei detenuta) due giorni prima aveva aggredito una dottoressa dopo aver minacciato il suicidio con una lametta

TERAMO – Era entrato in carcere lunedì nel tardo pomeriggio, dopo essere passato per il pronto soccorso dell’ospedale Mazzini di Teramo per un malore accusato dopo l’arresto. Patrick Guarnieri, 20 anni, si è ucciso nella cella di Castrogno dove era rinchiuso, proprio nel giorno del suo compleanno. Gli agenti penitenziari nulla hanno potuto se non rimuoverlo dalla fatale posizione in cui l’hanno trovato, impiccato con un lenzuolo all’inferriata della finestra. Sua madre, detenuta anche lei a Castrogno, il giorno prima dell’arresto di Patrick, aveva messo a soqquadro il pronto soccorso del Mazzini e aggredito una dottoressa che la stava medicando: si era ferita con una lametta minacciando di tagliarsi la gola ma era stata fermata dalle agenti del penitenziario teramano.

Guarnieri, nonostante la giovane età, aveva purtroppo un curriculum già corposo di violazioni del vivere civile. Era all’obbligo di dimora a Giulianova, per una serie di furti commessi in precedenza. Era stato arrestato già a Milano e a Napoli, dove aveva rubato portafogli a clienti di una banca e nell’altro caso passepartout della camere di un hotel, che poi aveva ‘ripulito’, ma tracce se ne trovano anche a Roma, di recente, nei verbali di denuncia della Polizia di Stato. Lunedì, i carabinieri della compagnia di Giulianova lo hanno prelevato nella sua abitazione per notificargli la revoca dell’obbligo di dimora, decisa dal giudice sulla base delle ripetute violazioni.

Nel corso del trasferimento da Giulianova a Castrogno, aveva accusato un malore non meglio identificato, forse uno stato di ansia, e i carabinieri secondo procedura lo avevano portato in ospedale dove il 20enne è stato visitato e sottoposto ad accertamenti che non avrebbero evidenziato patologie o situazioni cliniche non compatibili con la carcerazione, per cui ha fatto il suo ingresso a Castrogno qualche ora dopo. Questa mattina la tragica scoperta.

E’ il terzo suicidio in un anno anno nel penitenziario sulle colline della città, al centro di antiche polemiche per la carenza di personale di custodia e per il sovraffollamento. Alla fine di gennaio si era tolto la vita un detenuto macedone in attesa di giudizio per il femminicidio della moglie e a marzo dello scorso anno si era suicidato un detenuto nordafricano.

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